“Il degrado in cui versa da sempre il Boschetto di Nuova Florida è una ferita per il quartiere e per la Città – afferma Luca Vita, portavoce del movimento civico – in passato abbiamo già assistito a tentativi di affidamento purtroppo mai andati in porto. Per questo siamo scettici anche nei confronti del bando pubblicato dal Comune qualche settimana fa. Intendiamoci: l’azione intrapresa dall’amministrazione è comunque una buona notizia, soprattutto per quelle aree più circoscritte come il parco Albarelli o quello di via Reno, che hanno conosciuto in un passato anche recente una gestione efficace, grazie all’impegno assicurato dai privati o dalle associazioni del territorio”.
Proprio nelle scorse settimane il Comune di Ardea ha infatti pubblicato un bando per raccogliere manifestazioni di interesse da parte di associazioni, aziende o privati cittadini. Lo scopo è quello di affidare la gestione di cinque aree verdi (due a Nuova Florida, due a Tor San Lorenzo e una nel centro storico della Città), mediante concessione, adozione o sponsorizzazione.
“Quello che noi proponiamo in realtà è un percorso partecipativo per la co-progettazione dello spazio verde al centro del quartiere. Il percorso funzionerà se saprà coinvolgere associazioni, realtà sociali e singoli cittadini. Se, insomma, quello spazio sarà considerato veramente un bene comune, di tutti e di ciascuno. E se ognuno vorrà spendere tempo, energie e impegno nella cura del parco, di concerto con il Comune. Noi crediamo che il Boschetto sia un’area troppo grande per poter esser gestita da una singola associazione. E anche per un privato, prendere in concessione il parco significherebbe fare investimenti piuttosto importanti, che richiedono tempo per esser pianificati e un ritorno economico rilevante”.
La proposta che Ardea Domani intende comunque presentare (al Comune di Ardea e alla cittadinanza) è quella di una serie di incontri pubblici con le associazioni e i cittadini che vorranno aderire, per capire in che modo cambiare il volto del Boschetto e come assicurare una gestione dello spazio sostenibile per i partecipanti, per il Comune e per la collettività. Nella proposta, Ardea Domani vorrebbe includere anche l’ex centro anziani accanto alla parrocchia, oggi abbandonato: “Sappiamo che in quei locali l’Amministrazione intende ricavare una scuola materna o un asilo nido. Opere importanti ma in uno spazio secondo noi non adeguato. L’asilo nido, poi, avrebbe costi ad oggi impossibili da sostenere per un Comune in dissesto e con problemi strutturali di risorse insufficienti. Meglio allora una biblioteca di quartiere, uno spazio multifunzionale affidato alla cura di associazioni e realtà cittadine che possono svolgere all’interno anche alcune delle proprie attività. In questo modo, si potrebbero coinvolgere nuovamente anche gli anziani del quartiere, per i quali quell’opera è stata realizzata”.
“È sicuramente una strada più complessa e difficile rispetto al semplice affidamento ad un privato, ce ne rendiamo conto – continua Luca Vita – Ma crediamo fortemente che, in caso di successo, possa rappresentare una modalità innovativa di gestione dei beni pubblici di cui il Comune dispone: parchi di grandi dimensioni, ma anche siti archeologici o spiagge libere. Lo strumento “tecnico” che noi crediamo sia più adatto a gestire i rapporti tra il pubblico e i privati è il “patto di collaborazione”, una modalità molto più articolata di partnership (rispetto alle tre forme di affidamento previste dal bando) che ad Ardea è già contemplata da un apposito Regolamento approvato dal Consiglio Comunale poco più di un anno fa”.
Il riferimento è al “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la valorizzazione, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni urbani” del marzo del 2018. I patti di collaborazione sono esperienze ormai diffuse in molti Comuni italiani, avviate sulla scia di alcune proficue iniziative iniziate a Bologna e poi replicate in città del centro, nord e sud del Paese. Essi prevedono un ampio ventaglio di modalità di collaborazione e si basano sui principi di sussidiarietà, trasparenza e partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche pubbliche.
“Questa città sconta un deficit di politica, intesa proprio come partecipazione, discussione, consapevolezza, vivacità. Se vogliamo realmente cambiare le cose, dobbiamo abbandonare i modi in cui in passato è stato (mal) governato il territorio e avviare nuove forme di immaginazione condivisa. In gioco non c’è semplicemente uno spazio pubblico come un parco da riqualificare, ma la possibilità di uscire, passeggiare con i propri figli, incontrare e intrattenersi con gli amici, portare a spasso il proprio cane… In una parola, è in gioco la qualità della nostra vita e quella dei nostri figli. È ora, forse, che iniziamo a porci il problema di poter vivere (bene) in una città che può offrire molto”.
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