Salzare, assordante silenzio sulle occupazioni selvagge

(La Voce di Ardea – 1 maggio 2021, di Luigi Centore) – ARDEA. Salzare, 706 ettari del comune di Ardea che si stanno con nuovi arrivi di nomadi riempiendo sempre più. Alcuni cittadini  intanto cercano di mettersi in contatto con “Rete 4” in particolare con Mario Giordano per capire se oltre ad un’inchiesta su “ladri di case” se ne potrebbe fare anche una su “occupatori abusivi di terreni pubblici”.

Salzare, roulotte nomadi

Altri consiglieri comunali hanno già richiesto ai loro referenti romani di presentare un’interrogazione parlamentare ed un esposto presso la Procura della Repubblica di Velletri.  Purtroppo il sindaco è impegnato a costituire alleanze con gruppi di “quelli di prima” per salvare il paese da quelli di prima, anziché salvaguardare da occupanti abusivi di terreni comunali il paese .

Dopo i continui insediamenti di nomadi sui 706 ettari del comprensorio delle Salzare trasferito con clausola di salvaguardia al patrimonio del comune di Ardea, come meglio spiegheranno nel loro articolo i membri del direttivo di Fratelli d’Italia, terreni che attualmente vengono occupati da nomadi in genere di varie etnie, i quali avrebbero dichiarato ad autorità militari e forse fatto anche vedere dei pezzi di carta che il terreno da loro occupato sarebbe stato ceduto dietro compenso insomma lo avrebbero acquistato, da non ben specificati proprietari, per cui possono restare accampati con roulotte sentendosi dei proprietari.

Ma chi può credere che un terreno o comunque un bene si trasferisce di proprietà in proprietà con un pezzo di carta libera? E per di più chi è che non sa che un terreno pubblico ad Uso Civico pubblico, può essere trasferito con apposite procedure soltanto dall’Ente possessore?

Salzare, l’ignoranza regna sovrana

Ad Ardea in questo campo l’ignoranza regna sovrana. Quasi a dirsi Salzare, questa sconosciuta. Intanto continuano ad arrivare nomadi vari che diventano sempre più stanziali come riportano nel loro comunicato membri del direttivo rutulo di Fratelli d’Italia? E come è possibile che il sindaco non ne sia a conoscenza?

La polizia municipale con il rientro a Roma del loro valente comandante il Ten. Col. Sergio Ierace malgrado l’impegno profuso, arranca senza un comandante effettivo. Ma le autorità intervenute una volta a conoscenza hanno presentato denuncia alle autorità competenti avvertendole  che quel pezzo di carta è come la “carta bianca di Totò” che non giustifica nessun acquisto  ne di un precedente occupante ne di qualche truffatore che approfitta di povera ed ignorante gente per “vendergli” ciò che non è loro?

Fratelli d’Italia chiede chiarezza su una vicenda dalle tante ombre

Ecco qui di seguito quanto scrivono i componenti del direttivo della FDI in un comunicato stampa che hanno diramato su questa spinosa questione.

In questi giorni ci arrivano segnalazioni dai residenti su un nuovo accampamento di rom, tra via dei Monti di Santa Lucia e via dei Colli Marini, ad Ardea. L’allarme   dei   residenti,   preoccupati   per   l’aumento   dei   furti,   proprio   dal   momento dell’insediamento è un urlo che non deve rimanere inascoltato, questa volta. Il gruppo Direttivo e Consiliare di Fratelli d’Italia Ardea è qui a chiedere spiegazioni all’Amministrazione, ed in particolare al Sindaco Savarese, come già fatto in precedenza e

più precisamente il 21 marzo 2021 con una mozione proposta dalla Consigliera Raffaella Neocliti.   Il terreno in questione risulterebbe di proprietà del Comune, ci si chiede come sia possibile, che in maniera indisturbata, un gruppo di rom abbia potuto stabilirsi su un terreno comunale senza che lo stesso Comune ne abbia contezza. La cittadinanza intera vorrebbe sapere se questo campo rom è autorizzato grazie a qualsivoglia accordo o se in maniera illecita si sia stabilito su un terreno comunale senza autorizzazione.   Nel   primo   caso,   vorremmo   sapere:   a   che   titolo   si   elargisce   tale

autorizzazione? Nel secondo invece, vorremmo sapere: quando verrà effettuato lo sgombero? Sgombero da effettuare  celermente, visto la pericolosità del campo stesso, per i residenti e per gli stessi abitanti nomadi. La zona non è fornita di scarichi fognari né di condotti d’acqua potabile.

Il campo versa in una situazione igienico-sanitaria precaria e all’interno vi sono anche diversi bambini. Ancora una volta siamo bersaglio dei rom, costretti a lasciare il campo di Castel Romano, vista la vicinanza e vista anche la mancanza di sicurezza offerta da un’amministrazione troppo intenta a nascondere la sua mancanza di capacità, cieca di fronte alle esigenze primarie dei propri cittadini in primis la dignità”.

La Voce di Roma – La Voce del Sannio

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